Conferenza a Roma sul quinto dogma mariano

Prelati da paesi come Filippine, Nigeria, Argentina, Spagna e India e persino una docente anglicana dagli Stati Uniti si sono incontrati a marzo all'ombra della basilica di San Pietro per promuovere una solenne dichiarazione del quinto dogma mariano.


Durante la giornata di studio, organizzata dalla rivista “Inside the Vatican”, si è discusso su alcuni possibili titoli di Maria come “Corredentrice”, “Mediatrice di tutte le Grazie” e “Avvocata del Popolo di Dio” e sulle ricadute che una loro definizione da parte della Chiesa potrebbe avere sulla fede di cattolici e non. La proposta di un nuovo dogma mariano ha suscitato parecchi dubbi in numerosi ambienti ecclesiali e per il momento Benedetto XVI non si è ancora pronunciato al riguardo. In queste interviste ad H2onews, parlano alcuni dei partecipanti alla conferenza:

Mons. Malayappan Chinnappa, Arcivescovo di Madras-Mylapore, in India, sostiene che attribuire a Maria il titolo di “Corredentrice” non equivale a sminuire l'opera redentrice di Gesù Cristo: “Non stiamo stabilendo alcuna uguaglianza: Gesù è il Redentore, Maria è la Corredentrice. Attraverso il prefisso “co”, “cum”, intendiamo porre Maria al secondo posto. Ella infatti coopera con il Redentore, il suo unico Figlio, nostro Signore Gesù Cristo. Perciò, in questo senso, la Chiesa non dovrebbe nutrire alcuna paura nel dichiarare e definire Maria come 'Corredentrice'”.

Judith Gentle, anglicana, membro della Società Mariologica Nostra Signora di Walsingham del Regno Unito e teologa all'Università francesca di Steubenville, in Ohio, ha parlato del quinto dogma come di un riconoscimento del ruolo di Maria affidatole da Cristo: “Credo che la questione qui non sia solo il titolo, perché attraverso una sua proclamazione diamo la nostra 'autorizzazione' a qualcosa che è già vero di per sé. Quindi stiamo dicendo al Signore, al suo divino Figlio: vogliamo che tua madre svolga il ruolo che tu lei hai assegnato, e cioè quello di nostra madre spirituale”. “Stiamo dicendo a Dio: siamo pronti, stiamo contemplando tua madre; vogliamo che agisca in nostro favore nella pienezza che le hai destinato per l'eternità”.

L'arcivescovo di Lipa, nelle Filippine, mons. Ramon Arguelles, ha parlato dell'importanza e del significato che il dogma rivestirebbe per il suo paese e per il resto del mondo: “La fede nelle Filippine è molta mariana. E siamo molto attivi nel portare avanti questo quinto dogma mariano perché pensiamo che il nostro paese ed il resto del mondo abbiano un grande bisogno della nostra Madre Benedetta".

1 commento:

Ausilia ha detto...

Davvero non mi pare opportuno un quinto dogma mariano. Chi ne sente il bisogno? Se è vero che la gente (umile) ama sempre più encomiare Maria dandoLe dei titoli, non per questo la chiesa deve assecondare questa tendenza. Ho avuto contatto con persone ignorantissime in paesini poveri di risorse culturali; ebbene, la formazione religiosa (protestante) era disponibilissima a capire l'essenziale meglio di quanto non avvenga tra i cattolici legati a parecchie credenze che non aiutano la Fede con la maiuscola. Cerchiamo di prendere esempio dagli altri. Ausilia