martedì 4 maggio 2010

Un approccio laico (Vedi sviluppi n° 1°)

vIn via generale il fenomeno "apparizioni" crea un clima ammaliante, connesso a fattori che esaltano la fantasia, appassionano il cuore, compenetrano di stupore sacro la mente, coinvolgono tutte le facoltà umane.
Non si sarà mai avvertiti abbastanza di fronte all’equivocità del possibile uso improprio che si può farne. Ci riferiamo alla voglia di dirimerlo o di indirizzarlo verso una pietà devozionalistica o di rivestirlo di parecchie altre caratteristiche arbitrarie. E’ suffragabile l’idea espressa da esperti della materia di non poter collaudare la sua veridicità nemmeno alla luce dei frutti di bene, i quali costituiscono l’altra faccia della verità; e c’è da sostenere con forza che non se ne possano dedurre tesi inesplorate riguardanti il senso dell’esistenza.

Che il fenomeno avvenga è indiscutibile, ma bisogna riflettere sul significato che esso può assumere, soprattutto oggi, nella cosiddetta società-dello-spettacolo dove apparenza e realtà travasano l’una nell’altra, lasciando il predominio al fascino del comparire. Il balenio dello straordinario è il più improprio a far emergere potenzialità intrinseche all’umano, benché inesplorate. Il mondo oggi ha bisogno di una verità non travestita di certezze e non relativizzata da inebrianti fedi; non delegata a nessuno e a niente che contrasti con la ragione e con la sapienza.

Il peso dei residui sacrali del passato che magnificano il sacro, determinando la tendenza opposta che lo degrada fino ad espellerlo dall’ambito di una ponderata visione della vita, non deve ostacolare l’attenzione sulla sua importanza. Anche le apparizioni, se con-frontate con l’esperienza mistica e fatte fluire nell’alveo delle illuminazioni di tutti i tempi, possono essere di sprone a gettare una luce diversa, di carattere spirituale, sulla Cultura, e a trovare occasioni inedite per la costruzione di una società laica (nel senso che in seguito sarà delucidato), alla ricerca di «integrità».

Evitati i pregiudizi, restano interrogativi di fondo. C’è da chiedersi

a) come mai tutt’oggi il tanto squalificato sacro, faccia breccia, attraverso la magia delle apparizioni, nell’orizzonte del pensiero e delle coscienze: oltre che tra le masse, in singole «insospettabili» persone, sia poco o non-credenti, sia dotate di lungimiranza o di prestigio sociale o di discreta preparazione culturale;

b) se esista una teologia delle apparizioni non specificamente delegata ad un tipo di discernimento dettato da criteri di fedeltà ai dettami della chiesa cattolica;

c) in qual modo si possa produrre, da manifestazioni extra-naturali irrompenti nella natura, qualcosa in più della suggestione, delle analisi scientifiche, dei suggerimenti di carattere religioso e di fede: qualcosa che apra a nuove prospettive nel campo del pensiero e dei costumi, così come è ravvisabile nelle pietre miliari lasciate nella storia dagli «illuminati». Infatti, come è stato rilevato da teologi delle apparizioni, è dal lato profetico e testimoniale che bisogna valutare i fatti eccezionali accertati e i soggetti in cui si sono manifestati;

d) quali tracce del divino possano intravedersi in questi fenomeni (penso che ciascuno di essi sia caratterizzato da una specificità), perché diano avvio a nuovi varchi (non a scorciatoie), attraverso i quali sfuggire al temuto destino di morte, conseguente alla visione di una realtà peritura che non lascia tralucere il mistero.

Nel blog questi pensieri, da sviluppare gradualmente, sono lanciati a chiunque voglia favorirne il perfezionamento con apporti dettati dal desiderio di

a) uscire dall’acquiescenza ai luoghi comuni;

b) aggiungere approfondimenti;

c) comunicare esperienze vissute:

d) realizzare scambi amichevoli nell’accomunarsi alla ricerca.



N. B. Terrò sempre di vista il caso specifico riguardante Angela Volpini, data la possibilità di contatto che ho con la stessa: allo scopo di offrire un paradigma in cui la ricerca possa intrecciarsi a quanto emerge da una vicenda personale.



Domande ai possibili frequentatori di questo blog:

1) cosa condividi di questo progetto?

2) in che senso ti ha interessato finora, o non, il fenomeno-apparizioni?

3) quali domande vorresti porre a tua volta sull’argomento?


26 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, Ausilia, penso che il tuo blog possa essere un valido contributo per tutti coloro che hanno voglia di conoscere seriamente il "fenomeno" delle apparizioni, senza farsi ammaliare da un approccio magico-devozionale.

Carlo

Adriana ha detto...

Ci sono!
Penso che l'obiettivo della tua proposta possa essere articolato secondo diversi punti di vista. Uscire dall’acquiescenza ai luoghi comuni è un modo per entrare nella realtà umana che cambia radicalmente atteggiamenti culturali e scelte.
Grazie per l'iniziativa, parteciperò con passione e libertà.

Antonello ha detto...

Speriamo che non sia il solito pastone clericale

Lorenzo ha detto...

Grazie Ausilia,
mi auguro che attraverso questo blog si riescano a gettare la basi di una cultura e un di linguaggio utili alla costruzione di una ”società laica alla ricerca di integrità” (detto in altre parole: utile alla trasformazione della società in “comunità”).
Ti abbraccio
Lorenzo

Italo ha detto...

Italo chiede che di approfondire il senso di due messaggi ad Angela: le apparizioni come via per riconoscere la strada di casa (Pollicino) e il fluire continuo delle acque dalla sorgente del fiume fra baie e vortici fino alla foce del loro compimento

Anonimo ha detto...

Ma perchè vi interessano le apparizioni? Non abbiamo altro a cui pensare? E proprio tu Ausiliaaaa?!?!?!?!? Fa' quello che facevi prima.
Anonima amica

Luciano ha detto...

L'anonima amica di Ausilia si scandalizza del fatto che un gruppo di persone, Ausilia in testa, si interessa al "fenomeno" delle apparizioni. Sicuramente ci saranno anche "altre cose" a cui pensare, ma c'è qualcuno che può dettarci le priorità e l'importanza di ciò di cui argomentiamo? E se invece questa fosse un'operazione "culturale" coi fiocchi, che finalmente prende sul serio il tema delle apparizioni, sottraendolo al tritacarne del devozionalismo acritico, spettacolare e banalizzante? Questo è appunto ciò che manca nel dibattito religioso-culturale attuale: la Madonna, o è considerata un santino da adorare, o non esiste; essa è una pura creazione della nostra infantile fantasia, oppure delle nostre ataviche paure.
Trovo invece interessante indagare seriamente su tali questioni ("Questione apparizioni", è appunto il titolo di questo blog), sia ponendo domande, sia provando a dare risposte circostanziate. A nessuno viene in mente, per esempio, che questa "Signora", quando "appare", si presenta all'umanità come la prima umanità realizzata? Invito perciò l'anonima amica di Ausilia a non essere "minacciosamente" severa nei confronti di Ausilia, che si è assunta la responsabilità di creare e condurre questo blog, ma al contrario a partecipare a questo dibattito e a donarci il suo prezioso contributo.

Luciano

Ausilia ha detto...

Caro Luciano, non parlerei di "dibattito religioso-culturale attuale" per indicare le stravaganze del fenomeno-apparizioni ridotto ad uno spettacolo da baraccone: queste (stravaganze), è vero, appartengono anche a gente insospettabile, ma non possiamo generalizzare. Ci sono produzioni serie di cui faremo tesoro nel nostro percorso.
Anche tu, Lorenzo, usi termini che non condivido: questo blog non ha da "gettare la basi di una cultura e un di linguaggio utili alla costruzione di una 'società laica alla ricerca di integrità'”; queste basi ci sono, e non c'è bisogno di ricorrere al fenomeno a cui ci accingiamo ad accostarci per farle scoprire agli altri. Noi in questo blog possiamo solo impegnarci con umiltà ad acquistare competenze alquanto-adeguate a mettere nella giusta luce quel seme di bene che possiamo aver ricevuto (non importa per quale via), e che vediamo ignorato e maltrattato. Ausilia

Luciano ha detto...

Intendevo dire che ciò che manca nel dibattito religioso-culturale attuale è proprio uno studio serio e rigoroso del cosiddetto "fenomeno-apparizioni". Le stravaganze di cui parla Ausilia e che hanno ridotto tutto a "fenomeno da baraccone" non dovrebbero far parte di questo dibattito.

Ausilia ha detto...

Rispondo all'anonima amica con qualche domanda: lasciamo il fenomeno-apparizioni ai fanatici del sacro? E' da studiosi (quale tu sei) disinteressarsi di un argomento per "idiosincrasia"?
Tua amica Ausilia

Carla ha detto...

Rispondo alle domande

1) cosa condividi di questo progetto?
Il dichiarato intento di Un approccio laico che penso corrisponda ad un approccio obiettivo, non turbato da “pre giudizi” di qualsiasi tipo, che precludano l’esplorazione di spazi e possibilità quali che essi siano.

2) in che senso ti ha interessato finora, o non, il fenomeno apparizioni?
Quand’ero bambina, negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, si era diffusa la voce che la statua della Madonna sulla Basilica che ospita “La Porziuncola” ad Assisi inferiore, si muoveva inchinandosi in avanti. Il presunto fenomeno, che non credo che si sia spontaneamente esaurito, attirava molta folla che all’imbrunire soggiornava nella spianata di fronte alla basilica pregando e cantando in attesa di vedere la statua che si inchinava. Di tanto in tanto qualcuno cominciava ad urlare “Si muove! Si muove|” … grida, pianti, preghiere diventavano più acuti ed isterici ed io ero terrorizzata. Non vedevo niente (forse non me lo meritavo? ), cercavo di convincermi che però un piccolo movimento mi sembrava di averlo visto ma nello stesso tempo non capivo che senso avesse questa stupida manifestazione, di cui non capivo il senso, da parte della Madonna.
Crescendo ho sempre avuto molta diffidenza nei confronti di questi fenomeni, convinta che molti siano solo frutto di suggestione, se non addirittura millanteria
Devo però confessare che questi squarci sul mistero che ci circonda, e di cui siamo parte, mi infonde un profondo disagio: mi obbliga a prendere coscienza della limitatezza dell’uomo e della sua ignoranza di sé stesso, dell’universo dal quale è generato e di Dio
I personali rapporti di affetto e di stima che mi legano ad Angela hanno smitizzato e umanizzato queste misteriose incursioni dell’infinito nel nostro quotidiano.
Sono così arrivata alla conclusione che, come tu, Ausilia, hai ben detto, abbiamo bisogno di una verità “… non delegata a nessuno e a niente che contrasti con la ragione e con la sapienza”

3) Quali domande vorresti porre a tua volta sull’argomento?
Personalmente in questo primo approccio non ho domande particolari da porre: la domanda – ovvero la speranza - è che un approfondimento della “questioneapparizioni” sotto l’aspetto teoretico e laico possa avvicinarci un pochino di più allo scopo della nostra esistenza e del fine a cui tendere.
Carla

Lorenzo ha detto...

Cara Pignata,
mi dispiace che tu non condivida i termini che ho usato nel mio intervento perché credevo di aver sottolineato, in chiave di auspicio, ciò che in altri termini Ausilia ha scritto sul suo documento iniziale e cioè che: “ anche le apparizioni, se con-frontate con l’esperienza mistica e fatte fluire nell’alveo delle illuminazioni di tutti i tempi, possono essere di sprone a gettare una luce diversa, di carattere spirituale, sulla Cultura, e a trovare occasioni inedite per la costruzione di una società laica (nel senso che in seguito sarà delucidato), alla ricerca di «integrità».”
A me sembra che ciò che asserisce Ausilia possa essere inteso ( io l’ho interpretato così e l’ho scritto) come la proposta di una nuova cultura e di un nuovo linguaggio che uniscano il “sacro” (apparizioni e mistica) con il “profano” (società laica). Il superamento di questa dicotomia, che io auspico, può conseguirsi nella costruzione di una società laica in movimento alla ricerca dell’”integrità” che comporterebbe a mio avviso la trasformazione della società in “comunità”.
Penso che, meglio di chiunque, possa chiarire il senso del mio pensiero una frase di Angela citata nel libro di Ausilia “Fedeltà alla terra” (pag.211), che dice testualmente:
“Il processo storico che noi facciamo ha come traguardo il Regno, il Regno dell’amore, che è tanto degli uomini quanto di Dio: è la nuova creazione. Occorre che l’uomo si trasformi in persona consapevole e la società in comunità”.
Per concludere, debbo confessarti che la mia affermazione corrisponde anche alla mia risposta alla prima domanda del blog : che cosa condividi del progetto?
Spero che non mi si dica adesso che ho sbagliato progetto…
Per concludere, vi informo che domani sera a "Porta a Porta", in prima serata alle ore 21, sarà presente tra gli invitati "di riguardo" Angela Volpini (la sopra citata).

Luciano ha detto...

Completo l'informativa di Lorenzo dicendo che il tema della trasmissione di domani sarà - Fatima - in occasione del 93° anniversario della prima apparizione della Madonna in quel luogo (13 Maggio 1917), e in concomitanza con la visita del Papa a Fatima il 13 Maggio 2010.
La presenza nella trasmissione di Angela Volpini, la quale, lo voglio ricordare a chi ci segue, è stata protagonista nel dopoguerra di un'esperienza mistica straordinaria legata all'apparizione della Madonna a Casanova Staffora (per maggiori dettagli rimando al sito www.angelavolpini.it), potrebbe "innescare" un confronto interessante fra la sua "innovativa", o quanto meno non consueta visione dell'uomo, e quella "tradizionale" che caratterizza la storia di Fatima.
Naturalmente siamo tutti consapevoli che siamo in presenza di un dibattito televisivo (con tutti i limiti che questo mezzo pone a una seria analisi del tema in questione) e non dentro un'aula magna della facoltà di teologia, per cui invito gli amici di questo blog a seguire la trasmissione con sufficiente "distacco", ma con la dovuta curiosità per ciò che di "nuovo" potrebbe emergere.

Luciano

Anonimo ha detto...

Sono Lilia, amica bis di Ausilia che osa contestarla per la sua scelta di lavorare in questo blog. lasci lasci lasci questo lavoro. Oggi abbiamo bisogno di ben altro delle apparizioni, lasciamole a chi ha bisogno del sensazionale... noi facciamo cose serie, e non voglio dire che le disprezzo, ma che è meglio lasciarle alla pietà devozionale. Ausilia cara ti voglio bene e ti raccomando: cosa ricaverai da questo studio? Lilia M.

Italo ha detto...

Pavone, lì 11 maggio 2010

Cara Ausilia e a voi tutti,

se non vado errato le domande riprese da Carla sul suo commento “Un approccio laico” sono le seguenti:
• cosa condividi di questo progetto?
La prima cosa che ho colto è che è un’ottima occasione per sviluppare un dialogo aperto a più voci ed esperienze
• in che senso ti ha interessato finora, o non, il fenomeno delle apparizioni?
Pur senza tralasciare le apparizioni nelle varie parti del mondo, si tratta di riflettere sui messaggi comunicati all’Angela, anche se posti in un ambiente relazionale diverso da quello tradizionale come possiamo cogliere nelle varie apparizioni di Lourdes, Fatima, Medjugore, ecc., essenzialmente orientate, queste ultime, a portare sollievo alla sofferenza sia fisica che nella gestione e relazioni pratiche nel quotidiano; come poi noi cogliamo nelle varie manifestazioni devozionali e liturgiche. A nessuno, infatti, è vietato, se vuole, di accendere un cero per chiedere una grazia!
• quali domande vorresti porre a tua volta sull’argomento?
Al fine di non porre una mia versione personale, le domande sorgono essenzialmente sul come sia possibile confrontare i messaggi all’Angela con i valori universali in cui emerge la ricerca di una autotrascendenza personale - rinvio a “Fede e ragione” di Giovanni Paolo II - come è poi possibile cogliere sia nelle letture bibliche che nelle elaborazioni offerte dall’umanesimo cristiano. Un discorso questo che è essenzialmente aperto al dialogo nelle sue varie opzioni e punti di vista esperienziali, anche se poi potrebbero esserci delle ruote libere prive di asse portante (Benedetto XVI in Campidoglio ai Romani).

Sulla lettura e le vie di riflessione che si possono cogliere a fronte dei messaggi all’Angela, vorrei riprendere un brano che traggo dal testo di Ferdinando Sudati “Dove posarono i suoi piedi” ed. Marna 2000 a pag. 22.
“”Le sue apparizioni sono le bianche pietre di Pollicino affinché chi vuole, possa riconoscere la strada di casa”” e prosegue:
“”Se ella è madre reale degli uomini non può che abitare la terra e accompagnarli nella loro faticosa storia che è anche sua, pur celandosi ai loro occhi.””
Un brano in cui si possono cogliere i seguenti inviti:
• a riconoscere, per chi vuole, la strada di casa non in quanto è già stata scritta nei modelli culturali tradizionali, ma lasciata alla libera scelta di ogni persona.
• non sentirsi soli nella faticosa storia che è anche la Sua, da cui nasce l’esigenza di come saper leggere e riflettere sulla storia che appartiene all’esperienza del nostro passato e, nell’oggi, sul come riflettere e rielaborarla in proiezione futura.
• pur celandosi ai loro occhi. Questa è la caratteristica propria delle apparizioni in ogni tempo, in quanto fa nascere una distinzione fra l’agnosticismo tipico dei seguaci dell’apostolo Tommaso e di coloro che costruiscono la loro conoscenza solo sulla base di formulazioni scientifiche, e chi è portato, invece, ad ascoltare se stesso sia come amore verso se stesso, sia come via per trovare soluzioni nuove e più in armonia con il bene che si ama in tutta la sua bellezza in un contesto personale, sociale e universale.
Per cui si assiste, da un lato, che “il celarsi ai loro occhi” non sempre viene inteso come un messaggio che cerca un dialogo libero e profondo con la mente e il cuore di ciascuno di noi, e, dall’altro, dato che il frutto di questa relazione non trova un suo spazio nei dialoghi tradizionali, fa si la maggiore attenzione venga riservata solo ad una più semplice ed evidente manifestazione con gli atti devozionali di ogni tipo e genere, che non è certo ciò si tende a promuovere nel corso delle libere conversazioni con l’Angela.

Italo ha detto...

Pavone, lì 12 maggio 2010

Cara Ausilia e a voi tutti

L’ottimismo delle scelte fatte da Lilia nel suo nuovo commento di oggi, mi porta a pensare a quelle meraviglie della natura che si lasciano notare quando, nel sole di primavera, poniamo lo sguardo verso gli anfiteatri delle nostre Alpi. Le montagne sono innevate, il bosco è lussureggiante e rigoglioso, le cascate sono ricche di acque sorgive a cui si aggiunge, infine, l’infinito dei nostri prati in fiore. Cosa si vuole di più di tanto gratuito ed evidente!
Detto questo la mia attenzione si rivolge ora ad alcune domande colte nel corso delle nostre conversazioni: che cosa ha a che fare oggi l’immagine di un Caino che uccide Abele, oppure il Volto martoriato della Sindone? Sono forse solo dei fatti accaduti molti secoli fa e che, quindi, non hanno nulla a che fare con noi, con la nostra realtà contemporanea? D’altra parte che senso ha la devozione mistica quando, nell’ottimismo e pienezza della vita, si gode ogni spazio di esperienza di bene nei rapporti sia personali, che sociali e universali?
Una domanda, naturalmente, che vorrei girarla a chi cerca un sollievo della sofferenza per trovare pace con se stesso, oppure quando si visita il Cotolengo di Torino o quelle corsie in cui si vedono solo dei giovani portatori di handicap. Cos’è per loro la vita? Quale significato può assumere la fatica del vivere quotidiano, dove diventa determinante assumere delle soluzioni nuove sempre più complesse e sempre più orientate a cercare un livello maggiore del bene che si ama in tutta la sua perfezione? Una perfezione che è attesa, ma che non è ancora giunta alla sua pienezza o, come si legge nei messaggi ad Angela, alla foce del suo compimento. Questo è solo misticismo devozionale?
Come non desiderare, quindi, d’aprire un dialogo a più voci per identificare soluzioni nuove e più in armonia con le nostre attese dove sia possibile approfondire dei momenti culturali in cui si parla sul come si attua la salvezza nella storia (Giovanni Paolo II), oppure, come è possibile aprire un dialogo fra lo stato delle cose visibili (antropologia) e il cammino della nostra consapevolezza-conoscenza (ontologia) in cui è evidente ed opera l’umanesimo cristiano?
Auguri di buon lavoro.
Italo

Lorenzo ha detto...

Faccio presente a Lilia, amica bis di Ausilia, che questo blog non è un "suo lavoro" ma un "suo progetto". Credo che sia chiara a tutti la diffenza. Ausilia ha già dato una risposta, sotto forma di domanda retorica, alla prima amica : "lasciamo il fenomeno-apparizioni ai fanatici del sacro"? Ciò significa che chi è stato in "prima battuta" coinvolto da Ausilia in questo "blog di ricerca"(posso definirlo così?) non sia da lei considerato "fanatico del sacro". Questo mi rassicura e mi onora.
Inoltre, il titolo dell'intervento di apertura del blog "un approccio laico" ribadisce il taglio che si vuole dare a questa ricerca che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe esulare dal sensazionalismo e dalla "pietà devozionale".

Ausilia ha detto...

Bravo Lorenzo! Ausilia

Italo ha detto...

Pavone, lì 14 maggio 2010

Cara Ausilia e a voi tutti,

come non ringraziare Luciano che rende attuale non solo il ricordo delle apparizioni ad Angela, ma anche la sua missione di mantenere sempre viva la speranza per il futuro, sia come partecipazione diretta ai vari incontri sia anche grazie agli attuali mezzi di comunicazione di massa e “nonostante” la mancanza di quel bagno di folla verso cui sembra convergere ogni nostra attenzione.
Nel confronto fra il visibile dei Santuari mariani e l’invisibile della missione che è stata affidata ad Angela, sono molte le domande che nascono dalla sua testimonianza, tra cui la più sofferta e silente attualmente è quella rivolta a promuovere un dialogo aperto o agape fraterna in cui, alla ricerca come siamo della sempre maggiore perfezione ed armonia del bene che si ama in tutta la sua bellezza, siamo portati a confrontarci per riconoscere la “via della felicità” e, nella speranza per il futuro, la strada di casa, pur anche se Maria si “cela ai nostri occhi”.
Nella lettura dei testi dedicati all’esperienza e all’ascolto della partecipazione diretta di Angela, a me sembra di poter giungere a formulare queste domande:
• quali sono i motivi che rendono difficile un dialogo aperto alle nostre esperienze?
• in che modo è possibile prendere contatto con quelle formulazioni culturali che sembrano erigersi come cattedrali nel deserto?
• Angela ci parla dell’invisibilità del “nulla” che non è certo un vuoto ma solo la condizione indispensabile per interrogarci in modo libero e giungere a formulare delle idealità a fronte delle nostre inquietudini interiori in termini di necessità-possibilità?
• se noi pensiamo alle acque sorgive che scorrono lungo il fiume fino ad arrivare alla foce del loro compimento, in che modo insegnano a noi le regole del loro coinvolgimento in termini di baia e vortice?
• che senso ha appropriarsi, nel presente, della storia passata in proiezione futura nel ruolo statico e dinamico della funzione svolta dalle baie e dai vortici?

Auguri a tutti di buon lavoro, Italo

Ausilia ha detto...

Caro Italo, questo non è un blog per condurre conversazioni su Angela; bisogna attenersi strettanmente al tema esposto nella home. Altrimenti si faccia un altro blog del genere da te preferito. Sia detto una volta per tutte.
Ausilia

Rossana ha detto...

cosa significa la mistica nelle apparizioni? A me le apparizioni sembrano cose per gente ignorante o per gente di chiesa. Scusate, sono Rossana, pronta a chiarire meglio se non vi seccate con questa domanda, Rossana

Italo ha detto...

Il 12 maggio scorso ho già commentato con Lilia cosa significa la
mistica nelle apparizioni, con particolare riferimento alle sofferenze
che non trovano risposte adeguate al bisogno di sollievo. In molti casi
c'è indubbiamente una sensazione di abbandono di vivere nel silenzio
che ci rende staccati dal mondo in cui viviamo e non sappiamo come
riagganciarci alla nostra esigenza-possibilità di vivere con gioia le
occasioni che ci pervengono dalla quotidianità. Cosa significa allora
vivere, sopportare il sacrificio di una situazione che ci vede separati
dalla felicità degli altri?
Molto di tutto questo può comunque essere
superato nel dialogo, ma nel frattempo, anche il sollievo della
sofferenza ha bisogno di qualche segno di presenza e di conforto.

Italo

Da: noreply-comment@blogger.com
Data: 15/05/2010 16.21
A:

Ogg: [Questione apparizioni] Nuovo
commento su Un approccio laico.

Rossana ha lasciato un nuovo commento
sul post "Un approccio laico":

cosa significa la mistica nelle
apparizioni? A me le apparizioni
sembrano cose per gente ignorante o
per gente di chiesa. Scusate, sono
Rossana, pronta a chiarire meglio se
non vi seccate con questa domanda,
Rossana

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Postato da Rossana
in Questione apparizioni alle 15 maggio 2010 16.21

Ausilia ha detto...

Grazie ad Italo della risposta data a Rossana. Mi permetto di ggiungere qualcosa.
La mistica riguarda il rapporto intimo con Dio che è concesso a tutti di sperimentare, solo che si sappia vivere la dimensione della fede: in questa tutto acquista senso.
Non ci si può improvvisare mistici e non lo si è mai senza la grazia divina, che è data, come dice la parola, gratis. A noi spetta coltivare la sensibilità spirituale, abituandoci a guardare in profondità noi stessi e tutto. E' un tirocinio bellissimo, cara Rossana.
Nelle apparizioni non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze di quanto è straordinario, perché i fenomeni appariscenti toccano l'esteriorità (necessaria come mezzo per il palesarsi del soprannaturale), mentre il dono della grazia penetra in profondità.
Se ci seguirai in questo blog, troverai stimoli a tenere aperti i tuoi spazi interiori in modo da farli abitare dal divino; e allora capirai che non c'è bisogno delle apparizioni per fare l'esperienza di Dio. Esse sono un'occasione, un richiamo, un semplice tocco, da non abbandonare alla superficialità di sentimenti poco temprati dalla forza della Grazia. Bisogna fare un passaggio mentale e spirituale dalle-apparizioni-alla-mistica: e cioè all'esperienza di Dio nella propria vita, e quindi nella storia.
Purtroppo le masse assetate di spettacolarità si commuovono, ma non cambiano vita. Sottraiamoci alla massificazione!
Ausilia

Italo ha detto...

Pavone lì, 16 maggio 2010

Il commento di Pignata alla mia risposta data a Rossana mette bene in evidenza quanto sia possibile aprire un dialogo che sappia fare l’esperienza di Dio. Una esperienza che se, da un lato, richiede d’essere temprata da quella forza interiore che sorge dalla nostra natura primordiale orientata al bene come è stata donata da Dio all’uomo all’atto della sua creazione, dall’altra, non può esprimersi nella sua pienezza se non trova il suo naturale rapporto con la storia o nel modo in cui si sta realizzando il divenire dell’uomo nella storia, siano questi intesi nei rapporti diretti con la quotidianità, sia nell’ordine e nell’armonia di un progetto che si sta realizzando nei suoi valori universali.
Ora, anche se mi rendo conto che resto solo su alcuni principi che per essere compresi hanno certamente bisogno d’essere approfonditi, resta anche che difficilmente possono abitare nei nostri spazi interiori se non vengono prima riconosciuti nelle loro caratteristiche funzionali e come questa funzionalità possa essere intesa come radice e premessa per orientare la nostra forza interiore o determinazione ad essere.
Mi auguro che questo discorso venga ripreso per gradi e nel tempo soprattutto se si pensa che nasce dalle risoluzioni conciliari della Chiesa cattolica fin dall’inizio dal secondo millennio nelle elaborazioni che, a partire dalle letture bibliche profetiche (Geremia) o sapienziali, ci sono state offerte dall’incontro fra francescani e domenicani, oltre ad altri arricchimenti che ci pervengono dai trattati in cui la nostra cultura ha cercato di approfondire la natura dell’anima umana nei suoi processi di formazione identitativa, nonché espressi nei vari livelli di presa di coscienza personali, sociale e universale.
Naturalmente convengo anch’io che tutto ciò può avere un suo ulteriore sviluppo solo che si sappia vivere la dimensione della fede dove tutto acquista non solo un senso nel suo filo conduttore, ma consentono a noi anche di riprendere i messaggi comunicati all’Angela in forme proiezionali altamente significative come speranza per il futuro e sul come sta proseguendo la storia della nostra salvezza.

Anonimo ha detto...

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